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26 anni fra pochi giorni. E' il secondo compleanno che festeggio qui, sono arrivato esattamente un anno fa.
L'anno scorso, non conoscendo nessuno, non festeggiai; poi ero appena sceso a Ffm, i soldi scarseggiavano e allora, va be', tanta cazzi...
Ora, invece, non voglio proprio festeggiare. Non voglio che determinate persone vengano da me a farmi gli auguri, non voglio vedere le loro facce, non voglio sentire le loro voci.
Forse dovrei togliermi la scopa dal culo e iniziare ad aprirmi di nuovo.

Mi rendo conto che mi manca proprio il contatto fisico con le mie amicizie. Quando ero all'università era tutto un abbracciarsi, baciarsi, spintonarsi; ora invece, mai sia! Non ci si saluta col bacio, non ci si abbraccia manco per sbaglio. Sarà che la distanza emotiva si traduce ovviamente in distanza fisica, ma forse è anche per questo che mi fa così male, a ben vedere. E' da un anno che sono qui e solo ora noto un filo di imbarazzo in meno con la persona con la quale più ho legato. E pensare che quasi quasi mi imbarazzo anch'io, di ritorno: e certo! Se tutti trattano la confidenza fisica come se fosse la cosa più preziosa al mondo, quasi mi sento fuori luogo a volermi esprimere anche fisicamente mentre vivo, mentre parlo, mentre rido. All'inizio, appena arrivato, sono stato "il gay", quello che prendeva sotto braccio gli "amici" perché è gay, che accenna un ballo perché è gay, che regala un abbraccio perché è gay. Ricordo benissimo l'imbarazzo e l'insofferenza sul volto di alcune persone. E invece no. Io sono estremamente fisico, come persona: se ti sono "amico", per quale motivo non posso abbracciarti? Per quale motivo devi imbarazzarti e sbuffare, neanche fossi il fenomeno da baraccone, il fantomatico elefante in tutù rosa al centro della stanza? E la cosa mi ferisce doppiamente: sia perché non mi consideri amico abbastanza da non giudicare i comportamenti che consideri strani, sia perché, dando tutta la colpa del mio essere "strano" al mio orientamento sessuale, mi rendi oggetto di omofobia (e vaffanculo, direi). E il fatto conseguente è che mi sono sentito sempre giudicato, un po' perché è un abito mentale duro da  dismettere, un po' perché effettivamente lo sono stato.
Potrei anche sbagliare prospettiva ed aspettarmi qualcosa che non posso avere, eh! Vedo i vostri rapporti, vedo come vi comportate fra di voi: comunque non c'è un contatto fisico manco a pagarlo, è fuori legge come in Giappone, tutti vicini ma nessuno si tocchi. Ma dove cazzo è finita la fratellanza? Sacrificata sull'altare dell'individualità e del siamo-amici-ma-non-troppo?

Ora, sul serio, al di là del mio vissuto, una considerazione generale potrebbe essere: in un porto di mare come è la Nintendo, composta da persone che spesso non sanno che fare della propria vita e non si capisce bene cosa aspettino, è plausibile che io cerchi ancora qualche amicizia sincera?
Forse dovrei fare il grande passo e staccarmi emotivamente da quanti fino ad ora hanno condiviso la mia vita (e viceversa), così da poter cercare un appiglio sicuro fra conoscenze che non siano con la data di scadenza.

A me non va. Non mi sta bene non potermi sentire libero.

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