Rieccomi qui con il resoconto semi-mensile della situazione. Ho deciso di venire a scrivere perché quest'anno Zelig mi fa cagare, ok, l'ho detto; non riesco a capire perché il pubblico rida e applauda ad ogni scorreggia del filosofo di strada (tanto per dirne una).
Lasciando stare Zelig (può darsi che lo abbia liquidato come una schifezza troppo presto e magari ora mi sto perdendo il meglio, chi lo sa), il tempo che sto passando qui non è mai stato così "di pausa": dopo tre esami dati a settembre (tutti con ottimi voti ^_^) e un quarto che mi aspetta tra dieci giorni, staccare mi ha fatto bene. Inoltre devo risparmiare soldi per poter pagare le bollette napoletane e il biglietto per Padova (anche se ancora non so se potrò andarci, ma metti che devo, dove li prenderei se no i soldi?). E sto qui a fracassarmi le palle. Evviva. No, no, sono contento, eh: ho ripreso a fare esami, sono fidanzato e Luca è sceso per il mio compleanno per qualche giorno, con i miei amici mi diverto come sempre e la casa che ho è decente (ma preferisco non pensare ai difetti che ha). Quello che mi tiene un po' sospeso è il fattore L. Io ho voglia di impegnarmi e di viaggiare tutte le volte che sarà necessario, ma non voglio una relazione al telefono. Essendo così distanti è chiaro che non posso andare al cinema col mio ragazzo ogni volta che mi vada e questo lo accetto, ma sapere che ogni volta che dovremo vederci ci sarà sempre l'incognita "dove cazzo mi sistemo se ci sono i suoi a casa?" o "con quali soldi scenderà a Napoli?" mi provoca sfiducia (uhm... si, sfiducia è il termine esatto) sul futuro del rapporto. Mi ci trovo bene, eh, mi ci trovo bene, ma il fatto che ci dobbiamo conoscere a distanza un po' mi spiazza e sapere di non poter nemmeno programmare i nostri incontri per cause da noi indipendenti mi rende pensoso sul futuro. Ci siamo visti il 20 e se tutto va bene ci rivedremo per i morti. Ma non siamo già una coppia che poi si è allontanata, noi ci stiamo formando, come facciamo a farlo così? Mi sembra quasi di avere a che fare con una voce che di tanto in tanto potrebbe materializzarsi. D'altronde, quale peso abbiamo nelle nostre rispettive vite? Si, ok, condizioniamo comunque l'uno l'umore dell'altro, ma in poco altro vedo la sua presenza: niente convenzioni da ricordare, nessun bagaglio comune al quale potermi aggrappare e va bene, è col tempo che si forma, ma per come siamo costretti a procedere il tempo è estremamente dilatato, quanto ci vorrà per poterci chiamare davvero "coppia"? Penso di avere fatto un'analisi realista, secondo voi è pessimistica?
Lasciando stare Zelig (può darsi che lo abbia liquidato come una schifezza troppo presto e magari ora mi sto perdendo il meglio, chi lo sa), il tempo che sto passando qui non è mai stato così "di pausa": dopo tre esami dati a settembre (tutti con ottimi voti ^_^) e un quarto che mi aspetta tra dieci giorni, staccare mi ha fatto bene. Inoltre devo risparmiare soldi per poter pagare le bollette napoletane e il biglietto per Padova (anche se ancora non so se potrò andarci, ma metti che devo, dove li prenderei se no i soldi?). E sto qui a fracassarmi le palle. Evviva. No, no, sono contento, eh: ho ripreso a fare esami, sono fidanzato e Luca è sceso per il mio compleanno per qualche giorno, con i miei amici mi diverto come sempre e la casa che ho è decente (ma preferisco non pensare ai difetti che ha). Quello che mi tiene un po' sospeso è il fattore L. Io ho voglia di impegnarmi e di viaggiare tutte le volte che sarà necessario, ma non voglio una relazione al telefono. Essendo così distanti è chiaro che non posso andare al cinema col mio ragazzo ogni volta che mi vada e questo lo accetto, ma sapere che ogni volta che dovremo vederci ci sarà sempre l'incognita "dove cazzo mi sistemo se ci sono i suoi a casa?" o "con quali soldi scenderà a Napoli?" mi provoca sfiducia (uhm... si, sfiducia è il termine esatto) sul futuro del rapporto. Mi ci trovo bene, eh, mi ci trovo bene, ma il fatto che ci dobbiamo conoscere a distanza un po' mi spiazza e sapere di non poter nemmeno programmare i nostri incontri per cause da noi indipendenti mi rende pensoso sul futuro. Ci siamo visti il 20 e se tutto va bene ci rivedremo per i morti. Ma non siamo già una coppia che poi si è allontanata, noi ci stiamo formando, come facciamo a farlo così? Mi sembra quasi di avere a che fare con una voce che di tanto in tanto potrebbe materializzarsi. D'altronde, quale peso abbiamo nelle nostre rispettive vite? Si, ok, condizioniamo comunque l'uno l'umore dell'altro, ma in poco altro vedo la sua presenza: niente convenzioni da ricordare, nessun bagaglio comune al quale potermi aggrappare e va bene, è col tempo che si forma, ma per come siamo costretti a procedere il tempo è estremamente dilatato, quanto ci vorrà per poterci chiamare davvero "coppia"? Penso di avere fatto un'analisi realista, secondo voi è pessimistica?
Le relazioni a distanza non sono facili da gestire ma averla accettata significa che il sentimento esiste e (come spero) è forte o sta diventando qualcosa di molto forte. :) Un abbraccio!
AntwortenLöschenP.S. (la prossima volta che vieni da queste parti magari un caffè lo possiamo prendere ... prometto che vi rubo pochissimi preziosi minuti!)
@jwj: forte lo sta diventando, si ^_^ Non ti preoccupare, caro, non appena mi organizzo per salire ti messaggio ;-)
AntwortenLöschenAnalisi assolutamente lucida e che non fa una piega... Io ho sempre avuto perplessita sui rapporti a distanza proprio per gli stessi motivi, mentre è ben diverso se la distanza subentra in un secondo momento... Però spero che riusciate davvero a formare una Coppia! :)
AntwortenLöschen