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Mattone 17/08/2010

Ascoltare musica per non pensare. Poi questa sensazione di non avere nulla di importante da scrivere, ma avere comunque un'espressione corrucciata per il troppo pensare. E' che mi controllo troppo, anche quando scrivo. Mi rendo conto, sento lo sguardo cambiare, le pupille stringersi e la capacità di mettermi nero su bianco che svanisce, il pudore che mi prende e non ne faccio più niente. Sarà che mi sembra di scrivere sempre le stesse stronzate: è un anno che sono a Francoforte e mi sento ancora in alto mare; mi rendo conto di stare construendo comunque pian piano qualcosa, ma di tanto in tanto vorrei un segno tangibile, ma no, un segno, non so quale, che quello che sto facendo qui abbia un senso. Mi guardo indietro, penso all'Italia. Poche amicizie malamente mantenute e un senso perenne di inferiorità, in fondo non so cosa dovrei rimpiangere. Penso a come sarebbe ritornarci, rimuovere gli scheletri di cose che non mi stanno più bene addosso, conoscenze, sensazioni, luoghi. E poi mi rendo conto che le stesse cose stanno ripresentandosi qui. Anche qui c'è una Marcella, prima amicizia e poi insofferenza palese per i suoi modi, per esempio; e quello che più mi spaventa è commettere nuovamente gli stessi errori: notare che si stiano ripetendo le stesse dinamiche mi lascia di sasso, letteralmente, con la voglia di non fare più nulla, non voglio rivivere le delusioni che ho avuto, le incomprensioni che ho causato. Questa mia enfasi sul crescere mi fa sentire tranquillo da un lato, sapendo che cercherò di fare di tutto per non buttare al vento le esperienze e i nuovi punti di vista; dall'altro mi dà la misura di quanto ancora bambino io sia. Sarà per poca indulgenza verso me stesso, ma mi sembra sempre troppo. Ma quello che vorrei fare più di tutto è liberarmi da tutte queste remore che ho, dai giochi di potere e dire a tutti quello che penso, che quello pensa di avercelo solo lui e mi ha deluso, che loro due hanno cacato il cazzo col fare tutto in simbiosi. Poi penso che potrebbero essere solo miei errori di valutazione e mi trattengo, in attesa di valutare, ma con un peso sullo stomaco e la voglia di ribellione. Poi penso che, in fondo, alcune sono cose passate e dovrei avere meno animosità, ma che ci posso fare? La soluzione non è imparare a starsene zitti, che quello lo so fare fin troppo, ma imparare a non essere accondiscendente, a mostrare quello che penso senza paura di ferire l'altro e conseguentemente senza ferire me stesso.
Dio, se mi ci vogliono questi sproloqui, almeno mi sento più calmo. E volevo dire anche che finalmente ho una compagnia gay. Chi mi conosce da tempo (io, in primis), capisce che questa sia una conquista.

Buona notte a tutti.

Kommentare

  1. porca vacca sembra che l'ho scritto io questo post, come mi ci ritrovo!!!!!!!

    buon risveglio.
    fiore di campo

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  2. "notare che si stiano ripetendo le stesse dinamiche mi lascia di sasso, letteralmente"
    anch'io all'estero, anch'io con la stessa identica sensazione...

    lys

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  3. Ciao, Lys. Come l'affronti? Riesci a capire cosa ti porta a ripercorrere sempre le stesse strade?

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  4. Ciao. E' una cosa che a volte mi fa un male assurdo, perchè mi sono resa conto che è perchè io sono fatta così.
    E c'è poco da fare, non mi posso cambiare. Non ci riesco. O non voglio. Sto bene solo quando sono me stessa. Ma quando lo sono, finisco per infilarmi nelle stesse dinamiche. E' un compromesso che sto cercando di accettare.

    Lys

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  5. Ti capisco! Anche io mi sono reso conto che viene tutto da me, ho sempre le stesse risposte a situazioni simili e sono dure da cambiare.
    Voglio dire, mi sono trasferito in Germania da un anno e all'inizio andava tutto bene, poi pian piano sono ricomparsi i soliti problemi, le solite incomprensioni. E l'unica costante sono io, quindi... Certo, sono portato a pensare che anche la gente sia "sempre la stessa", ma questo mi include automaticamente fra quelli che non cambiano, visto che non sono fuori dalla realtà.
    L'unica nota positiva di cambiamento è la capacità di riconoscere quando sto sforando il tracciato di un comportamento sano e maturo e agire di conseguenza. Non ti nascondo che talvolta mi fa piacere mandare la persona in questione a fanculo come ho sempre fatto :p Ma almeno ora sono più diplomatico e non mi illudo di cambiare: è importante capirlo, perché così non mi illudo più di poter cambiare radicalmente e "mi vendo" meglio, senza pregiudizi da parte mia su di me e mostrando agli altri quello che sono e basta.
    In fondo non si sta male, rimpiango solo alcune amicizie che ho perso per strada e che avrei potuto salvare meglio, ma, d'altronde, è dagli errori che si impara ;)
    Dove ti sei trasferita? Come va la vita all'estero? :)

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  6. Esatto, l'importante è capirlo! Ormai mi conosco, so come sono fatta e mi mostro agli altri per quello che sono e basta. Continuo a fare danni lo stesso, ma almeno ho messo le mani avanti e non mi sono nascosta dietro a un muro.
    Io sono in Spagna da quasi un anno. Uno dei motivi che mi ha spinto a scegliere questa via invece che restare in italia è stato anche il bisogno di lasciarmi molti problemi, paranoie, delusioni e incompresioni alle spalle. Ma non posso fuggire da me stessa, e piano piano mi ritrovo al punto di prima. Ho alti e bassi, ma in fondo non si sta male :)
    Ogni tanto sento nostalgia di casa, ma ogni volta che torno poi dopo un pò mi sento come soffocare. Malinconia per i miei luoghi, i miei ricordi, la mia vita, ma allo stesso tempo bisogno di andar via, per quanto non so. Capita anche a te?
    E la distanza comunque fa capire quali sono i veri rapporti. Le amicizie a cui si tiene (da entrambe le parti) non si allentano. Le incomprensioni, certo quelle restano. Ma io ho la testa dura :)

    Lys

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